martedì 5 luglio 2011

Iva Zanicchi fa marcia indietro e Arcigay il predicozzo

Inevitabile che le dichiarazioni della signora Zanicchi Iva sui Gay Pride e le preghiere per i gay suscitassero indignazione non solo tra la nostra comunità. C'è chi ha iniziato una raccolta firme perché il "Pegaso d'oro" venisse restituito dall'Aquila di Ligonchio.
 Che le avesse sparate grosse non vi è dubbio, ma in queste ore la signora Zanicchi ha tentato una retromarcia che non ha convinto del tutto neppure Arcigay.

"Pur amandoli profondamente - dichiara l'europarlamentare Pdl - così come dichiarato in occasione del conferimento del Premio Pegaso d'Oro, non ho mai nascosto che a mio avviso certe esagerazioni e ostentazioni, laddove siano pubbliche, siano più di danno che di giovamento  al mondo omosessuale".

Tiè c'é ricascata!

E quelle ostentazioni e nudità che la televisione offre a larghe mani alle cinque o alle sette di pomeriggio, magari con lei ospite, non la turbano, madame?

Comunque, Iva dice di non aver mai detto che ai gay serve una preghiera o, ancor peggio, che quella preghiera serva ad una guarigione. Meno male, almeno questo.

Vista la caciara, Arcigay ha rilasciato un comunicato.

Arcigay prende atto delle attese precisazioni di Iva Zanicchi in merito ad alcune dichiarazioni dai contenuti omofobi rilasciate nei giorni scorsi ad un sito web.

Le precisazioni dell’europarlamentare, anche in considerazione del fatto che nel 2010 era stata insignita del Pegaso d’Oro, un premio che Arcigay affida ad una personalità italiana che si è particolarmente distinta per la lotta all’omofobia, fugano, solo in parte, i nostri dubbi e il malcontento generato da dichiarazioni così  poco accorte.

Per quanto attiene ai Pride riteniamo molto deludente che l'artista abbia fatto affermazioni su eventi che notoriamente non conosce e a cui  non ha  mai partecipato.

A Iva Zanicchi, poiché ci informa lei stessa che le sue dichiarazioni sono state travisate e deformate, va l’invito dell’associazione a maggior prudenza nel rilasciare interviste facilmente strumentalizzabili a danno della dignità delle persone gay, lesbiche e transessuali. 

Siamo portati a ragionare sulla buona fede di chi poi smentisce determinate affermazioni,ma  non crederemo più ad equivoci, e qualora episodi del genere dovessero ripetersi provvederemmo a ritirare immediatamente il premio.

A tutti i personaggi pubblici va l’appello dell’Associazione ad una maggior attenzione nel rilasciare dichiarazioni che, per i loro contenuti stigmatizzanti, possono offendere omosessuali, lesbiche e transessuali e diffondere pregiudizi, omofobia e discriminazione.

Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay.



Mah sarebbe anche meglio, in futuro, scegliere bene i premiati.

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