martedì 5 luglio 2011

Iva Zanicchi prega perché i gay ritrovino la retta via. Siamo noi a pregare per lei.

Quando nel 2010 Arcigay di Milano decise di assegnare il "Pegaso d'oro", un riconoscimento che viene dato a una personalità che si è distinta per la propria vicinanza con la popolazione lgbtq, a Iva Zanicchi, molti - e io tra loro - rimasero stupefatti della scelta e anche un po' contrariati. Scelsi, seppure invitato, a non partecipare alla serata. Mi chiedevo il senso di quella scelta e continuavo a ripetermi che sì tutto ma non riuscivo a disegnarmi la signora Zanicchi come icona gay. Abbagliati da una fiction "Caterina e le sue figlie" dove l'europarlamentare impersonava una mamma che si batteva per i diritti del figlio gay, i promotori del premio si erano fiondati a darle una visibilità per me fuori luogo, imprecisa, poco convincente. Nessuno le chiese cosa pensasse delle coppie omosessuali, dell'omofobia, dei diritti omogenitoriali. Forse, allora, qualche domandina sarebbe stata d'obbligo.


Così, la signora "prendi questa mano zingara", in questi giorni ha fatto dichiarazioni che avranno lasciato basiti, speriamo, coloro che quel premio le hanno consegnato. E magari un po' pentiti. 


 “Io non ho nulla contro i gay - ha detto la Zanicchi -, che meritano rispetto. Io ho tanti amici gay e non ho mai avuto problemi. Ma sono contraria a quella carnevalata che sono i gay pride una inutile e dannosa ostentazione che va contro gli stessi interessi dei gay i quali si auto discriminano. Credo che i cattolici debbano sempre pregare per tutti, ed una preghiera in particolare la rivolgo e va rivolta ai gay, perché possano trovare se lo vogliono, la retta via”.


Una che afferma che i Gay Pride sono una carnevalata, fino a spingersi all'"inutile e dannosa ostentazione", visto che siede in un Europarlamento dove non solo i Gay Pride, ma anche molti diritti di singoli e coppie lgbtq sono temi di dibattito favorevole, dovrebbe pregare la propria segreteria politica di spiegarle eglio cosa sono quelle "carnevalate" dei Gay Pride; perché si celebrano e tutto il resto. Perché poi se a San Paolo di Brasile scendono in piazza tre milioni di persone, e altri milioni in tantissime altre città e capitali del mondo, non si può liquidare l'evento come una "carnevalata". Fa male a chi la pensa e fa male a chi a quella manifestazione crede e partecipa.


Che poi qualcuno preghi per noi va bene. La preghiera è sempre un atto di grande e accettata spiritualità. Ma che si preghi perché gli omosessuali ritrovino la "retta via" mi sembra quasi una blasfemia, un modo di ritrovata omofobia. Tra gli omosessuali, come tra ogni essere umano, c'è chi va per la retta via e chi no. Ma l'omosessualità non c'entra per nulla. 


Consiglierei alla signora Zanicchi di pregare per lei, sapendola donna generosa e umile. Se poi, davvero crede che se andiamo ai Gay Pride partecipiamo ad una "carnevalata" e che siamo a un passo dall'inferno, abbia il compiacimento di restituire quel premio che da parte nostra oggi sembra davvero una beffa.   

1 commento:

  1. Ciao a tutti,

    Dobbiamo fare qualcosa per fargli togliere il premio. Io ho firmato questa petizione on-line:

    http://www.petizionionline.it/petizione/larcigay-tolga-il-pegaso-doro-a-iva-zanicchi/4500

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