mercoledì 11 luglio 2012

E dal Pd si levò la voce della Bindi: "Matrimonio gay? Non possumus!"

Vivere nei dorati palazzi della politica fa dimenticare la realtà di un Paese, le sue aspettative, persino i sogni di uno Stato sempre attento alle esigenze dei suoi cittadini. Non si tratta di essere politici di destra,  di centro o di destra, quando si tenta di parlare di diritti civili che riguardavano l'ampia fascia degli omosessuali italiani, ai politici viene l'orticaria, ricordano a loro stessi il potere che ha il Vaticano anche quando non dice messa, e proni dicono: "non possumus".

Insomma, ad una presentazione di un libro alla Camera, Anna Paola Concia, deputata Pd e militante del movimento omo italiano, chiama la sua presidente, Rosy Bindi. In tanti sanno l'avversità della "signorina presidente" verso le unioni gay, le ha esternate tante volte, ha detto chiaramente che il matrimonio per lei è tra uomo e donna e poco importa sui 100 mila bambini di famiglie arcobaleno che vivono come apolidi in casa propria; nulla interessa del sistema che vige in Italia dove una coppia gay, in caso di necessità, può affidarsi solo alla pietas di altri perché lo Stato non ha alcuna intenzione a tutelarli su nulla. Sembriamo un Paese al pari di quelli che prendono a nerbate e imprigionano chi osa celebrare il Gay Pride. Peggio, perché da noi i Gay Pride si fanno, si criticano le 4 mammelle al vento, si fa una risata e si torna a parlare di spread, che è quello che conta. Ipocrisia al miele!

Dice la "signorina presidente":

"il matrimonio è solo eterosessuale, le coppie gay non possono essere equiparate e le riforme sui temi etici devono essere condivise anche con la destra ovvero non possono essere fatte a maggioranza".


Ovvero: se dovessimo vincere le future elezioni politiche, cari/e gay mettetevi il cuore in pace, sul matrimonio tra persone dello stesso sesso non si tratta e non se ne parlerà. Andate a vedere a destra che ne pensano e magari tornate. Poco interessa alla "signorina presidente" se Hollande sta seriamente pensando di togliere in Francia il Pacs sostituendolo col vincolo del matrimonio e persino dare l'adozione alle persone dello stesso sesso. Nulla riguarda alla "signorina presidente" l'Europa che, fatta salva l'Italia e qualche altro statarello omofobo, si è data diritti gay al pari delle coppie eterosessuali. Lo Stato abdica al suo ruolo laicale e laicista per non turbare le tonache d'Oltretevere. Siamo proprio un Belpaese.


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