mercoledì 29 giugno 2011

Torna la violenza omofoba a Roma e nessuno pensa a una legge

Notte di violenza a Roma. Un musicista è in morte cerebrale dopo che un gruppo di manigoldi violenti ha aggredito lui e i suoi amici. E' successo al rione Monte che pare sia diventata terra di nessuno. Uno dei fermati dalla polizia pare abbia dichiarato: "Passavo di lì. Ho dato solo due pugni e e ne sono andato via. E che sarà mai...". Pazzesco! Insomma, a Roma si esce, ci si trova a passare davanti a un pestaggio e che si fa? Si danno due pugni senza sapere perché e per come e si va via. Ma è questa quella oramai diventata per molti la ragazzi la "movida"? Non era altro, ossia uscita con gli amici, divertimento puro, locali? No, adesso pare sia d'uso la violenza fine a se stessa. Si finisce per morire perché emeriti imbecilli pensano di passare la notte fracassando teste.

Poi, se si tratta di andare a pestare omosessuali o transessuali, pare si sentano coperti da una certa immunità. Pare a loro, forse anche grazie ad una legge contro l'omofobia che questo Parlamento non intende discutere e approvare con la banale scusa che si creerebbero altre discriminazioni. Così la pensano i Giovanardi, Binetti, la Lega e altri.

Intanto ieri notte, nei pressi del Gay Village, una manifestazione estiva che raccoglie ogni anno migliaia di clienti LGBTQ e non solo, un militante del Circolo Omosessuale Mario Mieli è stato circondato e inseguito da una decina di persone armate di bastoni che stazionavano vicino alla manifestazione estiva. Ci son voluti i carabinieri che hanno scortato alcuni clienti alle loro macchine per levarli da eventuali guai.

A questo punto serve quella sicurezza tanto osannata dal sindaco Alemanno. E serve sempre più urgentemente una legge (quella di Paola Concia) che punisca i reati omofobici.

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