giovedì 30 giugno 2011

Milano. Una sindacalista CGIL dice al segretario Cral "Frocio! Da quando ci sei tu mi fa schifo entrare al Cral". E scoppia la bufera!

Pensavate che gli omofobi fossero tutti a destra? Sbagliato! Esistono anche a sinistra e persino nei sindacati. A Milano, si viene a sapere di una sindacalista della CGIL che pare non abbia sopportazione per il segretario del Cral del Comune di Milano, Giampaolo Liuzzo. Ha colpa di essere omosessuale e, recentemente, è persino andato in Canada per sposare il suo compagno. La vicenda risale a qualche mese fa, quando la sindacalista rivolgendosi a Liuzzo gli ha detto:


"Da quando sei il segretario mi fa schifo entrare al Cral. Hai anche avuto il coraggio di presentarmi il tuo compagno".


Non soddisfatta, secondo il racconto che Liuzzi fa a Omnimilano, la stessa andava in giro a chiamarlo culattone e frocio, mal sopportando evidentemente la sessualità del segretario Cral.


Ora lungi da me dal pensare che la maggiore organizzazione sindacale italiana sia omofoba. Al contrario, è l'unica se non la prima ad aver istituito un servizio aperto alla nostra comunità. Forse per questo appare ancor più insopportabile che ci possano essere cose del genere capitate a Giampaolo Liuzzi che ha chiesto immediatamente l'espulsione della sindacalista che prima viene sospesa e poi reintegrata in attesa di un nuovo verdetto del consiglio che si riunirà a settembre.


Da parte sua, la protagonista della vicenda, scrive una lettera facendo parziale retromarcia e chiedendo scusa, ma a Liuzzi non a giù il pesante silenzio auto dalla CGIL:


"Il sindacato - dice - ha occultato tutto. Ho segnalato il caso a vari segretari di categoria, ma nessuno ha accolto il mio appello. Mi è stato risposto che certe persone non si possono buttare fuori. Ma sono proprio queste persone che sporcano il lavoro di chi si batte per i diritti delle minoranze".  


"La CGIL - dichiara Aurelio Mancuso - è in assoluto in sindacato che, in Italia, ci tutela maggiormente. Con la comunità LGBTQ ha fatto cose importanti. Detto questo e proprio per queste ragioni - prosegue il presidente di Equality - mi aspetto una presa di posizione chiarissima rispetto a questa vicenda. (...) Di fronte a questioni del genere non ci sono né se né ma".


Vedremo come andrà a finire.
  

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